Un Luogo Comune

per non dare nulla per scontato

Archive for giugno, 2011

26 giugno
0Comments

Scogli. (Ritrovata tra le mie giornate poetiche dell’estate scorsa)

Duro il mare schiocca

l’acqua sulle rocce

che ne interrompono il flusso:

si’illudono le onde

d’incontrare

una riva tranquilla

e di passare tra ogni sasso

serene.

Continuano cieche il loro  viaggio

verso

l’impatto.

 

L’acqua disperata fugge

tra i solchi dello scoglio

e sale attraversando il muro

che s’impone davanti ad essa

ma cade con un tonfo

nell’acqua stessa.

 

Che la vita di ogni uomo

vada in questo verso?

Che le onde non siano che

i nostri sentimenti che

s’infrangono addosso

al tempo?

La mia domanda cade come

un altro sasso colorato

nel fondo verdognolo del mare

muto.

 

21 giugno
0Comments

Non pensavo si potesse essere tanto stanchi.

Estate. Sole. Caldo. Parole singole e poi un punto per sentirsi più fighi. Dopo una giornata di CRE, che è dura da definire “giornata” in quanto risulta più come una “stupenda tortura”, passata a rincorre bambini urlanti molto più forti di me, sono chiuso nella mia tana, illuminato dal monitor a scrivere sulla mia tastierina dei Cinesi sette euro e via. Dire che sono distrutto è veramente dire poco. Ho raggiunto quello stato di stanchezza nel quale (per fortuna) il corpo regge ancora, anche se ogni movimento provoca un dolorino nervoso, ma la stanchezza psicologica è tale da non riuscire ad avere rapporti umani superiori al saluto. Mi riduco a un’assonnata osservazione delle cose quotidiane, a maledire facebook per aver censurato il mio sito dichiarando ogni link ad esso “offensivo”, ad aspettare l’imminente arrivo del “regno animale” e sbattere la testa contro la scontentezza di fondo che abbiamo tutti. Così, vi lascio,o lettori immaginari.

20 giugno
0Comments

Crisi

“Sto vivendo una crisi e una crisi è nell’aria ogni volta che mi sento solo, so che rimarrò distratto per un po’” così si può riassumere quella sensazione improvvisa di vuoto da colmare che ci assale quando un geniale fattore esterno ci colpisce. Il sole, crisi. La solitudine ritagliata in un angolo di edificio, crisi. La tranquillità di un prato, crisi. Così un oggetto, un momento si materializzano attraverso il sentimento dentro di noi, e una cosa del genere procure un sacco di energia che impieghiamo per pensare, per perderci nei ragionamenti più contorti e realizzare principi partendo da osservazioni concrete. Così “molto spesso una crisi è tutt’altro che folle, è un eccesso di lucidità” e quando finisce il fiume in piena del nostro pensiero si secca quasi del tutto, all’improvviso, eppure ogni volta rimangono i cardini dei nostri pensieri, le conclusioni logiche o qualcosa di scritto o dipinto, nel fiume c’è sempre dell’acqua in più, perciò “Sta finendo la crisi e ogni volta che passa una crisi resta qualche traccia”. Perdiamoci nelle crisi, non permettiamo alla nostra mente di lavorar sempre mediocremente, viviamo eccessi di lucidità. Apriamoci ad ogni momento che ci può mandare in crisi.

11 giugno
0Comments

Umidità.

Odore di umidità, forte, avvolgente.
Stordisce e non fa sentire il freddo.
Nelle orecchie bambini che parlano,
l’irrealtà produce una goccia che cade da un tubo.

Nessuno mi vede, ma sorrido.

10 giugno
0Comments

Indifferenza [Cassandra – Giugno 2011]

“È nell’indifferenza che un uomo, un uomo vero, muore davvero” grida una canzone del gruppo Underground contemporaneo Il Teatro Degli Orrori, ponendoci davanti ad una parola sola e attribuendole un significato enorme, addirittura potere di vita o di morte nei confronti degli esseri umani. Ma cos’è l’indifferenza? Enciclopedicamente si potrebbe rispondere dicendo che Indifferente è chi non ha una reazione davanti a fatti, persone o avvenimenti e questa risposta, questo dato di fatto, per quanto possa apparire banale è veramente qualcosa di terribile.
Non avere una reazione non vuol dire soltanto non prendere posizione, ma rimanere vuoto, senza una parte di sé stessi: il sentimento. Senza quella domanda, quel desiderio che nasce spontaneo, per natura, all’interno di noi quando un qualsiasi fattore esterno entra nella nostra quotidianità, diventiamo dei miserabili e deprimenti vecchi cinici, diventiamo l’esatto opposto del tipo di persone che la nostra natura di uomini, e in particolar modo di giovani, ci porta ad essere.
Sembra qualcosa di lontano, qualcosa che non ci riguarda, ma l’indifferenza è sempre più viva in mezzo a noi; essa ci è imposta dalla società egocentrica, secolarizzata e perversa che abbiamo generato, la quale tende a soffocare il desiderio, l’inquietudine (basta pensare a come il nostro “benessere” sia ormai a livelli così alti); stanno nascendo generazioni attente a questioni assolutamente vane, vuote.
Non voglio fare il moralista, ma far notare come diminuiscano i giovani interessati di attualità e cultura e, piano piano, aumentino i menefreghisti, gli indifferenti appunto, che si accontentano di marchi, immagine e denaro. Fortunatamente la nostra scuola è forse una delle “culle” in cui tentiamo di mantenere un certo modo di porsi davanti alla realtà, anche se, nonostante ciò, non siamo immuni al mondo in cui viviamo, basta pensare che Cassandra è sempre meno seguito (eccezion fatta per Ipse Dixit e Terza Pagina).
Per questo l’Indifferenza non è soltanto un problema sociale che riguarda la politica e l’arte, ma una drammatica situazione umana: anche individualmente siamo troppo più spesso indifferenti, davanti all’affetto, davanti alla bellezza, davanti ai rapporti con le persone, abbiamo perso la capacità di renderci conto di molte cose, di esaminare la realtà e noi stessi, direi con linguaggio religioso, la capacità di “pregare”.
Dunque, ragazzi, propongo di non lasciarci sconfiggere, di prendere in mano noi stessi e gli altri, magari meno attenti, e mantenere viva la domanda, il desiderio, l’attesa, l’inquietudine e la propensione all’Infinito. Viviamo! Viviamo con gli occhi spalancati, vigili, non dobbiamo accontentarci, non basta! Non ci deve bastare!

Un imprevisto
è la sola speranza. Ma mi dicono
che è una stoltezza dirselo.
(Eugenio Montale, Prima del viaggio)

03 giugno
0Comments

Nun te reggae più – Dedicata agli ultimi giorni di scuola!

Essì sta per finire, ma che fatica! Per rallegrare i promossi e incoraggiare i bocciati (ance solo in una materia!) per voi… Rino Gaetano!