Un Luogo Comune

per non dare nulla per scontato

Archive for the 'Collaborazioni' Category

30 agosto
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Vaffanculo

oggi
ti amo
anche se avevo promesso
di non dire più
certe frasi
anche se
a dodici anni
ti ho lasciato
sulle panchine del parco
via Perosi
non chiedermi
cos’è l’amore
non chiedermi sensazioni
diverse
da quelle che si provano normalmente

oggi
va così
dico quello che non volevo dire
per paura degli altri
ti amo
e vaffanculo
di nuovo
scontato come vuoi
fino a domani mattina
fin quando non vedrò
l’alba
insieme a te
o guarderò te
che sei l’alba
preferisco i tramonti
anzi preferisco
guardare
i monti
non so neanche un nome
ma
ti amo
andiamo insieme
un passo ancora
un altro che aspetta
noi

se mi chiedessi
di ritracciare lo stesso percorso
due volte
mi sono dimenticato
di cambiare l’orologio
sintonizzarlo
con il televideo interno
dei tuoi occhi
su grande schermo
vedere tutto il nostro futuro
comprometterlo
cambiando verso il peggio
dove si fuma
si sta male
respiro aria pulita
dopo i 1200 metri
di corsa
per vincere una gara inutile
contro le mie scarpe nuove
ho guidato
ascoltando la tua radio preferita
ho fatto il possibile
per non dirti
ti amo
ma sono sempre qui
non c’è altro
nient’altro
solo le frasi che ti aspettavi
perché non ho voglia
di cercarne altre
ho sonno
forse sono meglio queste
ho sempre sbagliato
io
inseguire la poesia dove
non mi ricordo
una vacanza
riporta
solo
a casa
questa casa
ti amo
perché
sono nato qui
in questo cortile
in quel campetto
non so altro
niente
mi basta questo
finchè tutto questo resta
anche se non è più come prima
lasciami
ballare
con la palla da calcio
lascia che sia io
a prendermi addosso tutto

oggi
ti amo
anche se non vuol dire un cazzo
tu
non parlare
come hai sempre fatto
tornerò qui
se riesco.

 

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di Paolo Bontempo

 

24 giugno
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Il Vangelo secondo Smatteo

Se ritorna uno smatto di Paolo cosa vuol dire? Che si torna indietro? Che si va avanti? Che è Giugno e non c’è un cazzo da fare? Forse?

In realtà ho una specie di carica super mario smash smosh boh. Cioè nel senso appunto infatti su un blocco dello scrittore le annotazioni per il prossimo film di ezio greggio tutto minuscolo. Risollevare la commedia all’italiana e buttarsi nella serie Z che neanche in lega pro che neanche in serie c che neanche stare giù. Allora tu giocavi a pallavolo e io venivo a guardare le tue partite, è ok? Creiamo questi ricordi così i nostri figli saranno contenti. Io lo spero che avremo dei figli, ma quanti ne vuoi, uno due tre o quattro e poi fare la fame ogni santo giorno che piove nevica e tutte le cose invisibili e di merda. Buttato nel mondo antico, rialzato dalla cenere del battesimo, venerdì santo prima di sera suona il campanello d’allarme come un gong e dai il via alla nuova sfida fra stati uniti e stati sparsi. Ma la Russia è ancora una potenza mondiale? Ma il giappone perché ogni tanto salta in aria però non è come trenitalia che per farti male o inciampare o sbattere contro le porte girevoli devi aspettare anni e amare i ritardi. meglio l’argentina unita o il brasile che vince i mondiali di Curling e nuovo sport nazionale e nuovo mito globale e la djmba e il dance floor nuovo di zecca con donne da Rio. Napule, salta di tempo in tempo questo nuovo mondo terzo millennio new age new world no profit no tav yesman yes portiamo avanti le coalizioni di destra sinistra alto basso ticino dove nuotiamo coi braccioli di braccio di ferro gonfiati a spinaci e voglia di vivere sul lato giusto dell’arno, sulla sponda sporca del giorno. Perché si sa, ogni minuto che passa fanno secondi preziosi, ogni anno che se ne va porta con sé nuovi doni a Babbo Natale a un Babbo qualunque ma no, alla povera Madonna neanche un rancio di Sushi, neanche farla rimanere in cinta col curry o il primo baracchino messicano destinato a cani da macello, tipo dietro l’angolo vendono una costata buonissima e già dal nome sai il prezzo. L’inflazione torna quando meno te lo aspetti, come un giornale a forma di aeroplano che si schianta contro le gemelle Kessler e interrompe i balli di una vita, le speranze di una signora per bene che usa saponette usa e getta e sgancia scoregge non appena si indispettisce. Però noi tutte queste cose non le possiamo capire a fondo, noi tutte queste cose dobbiamo guardarle da un bicchiere pieno di vino, che sia Chianti o schiantato contro il parapetto di uno che fa takewondoo ma non guardagna un cazzo e la sera porta pizza kebap stronzate lego takeaway away da ciò che vuoi beby qui non scherziamo col fuocoammare ma solo amare un unico dio e se capita anche zeus afrodite atena e poseidona che si posa a fondocampo e noi chiudendo il diaframma potremmo addirittura respirare aria buona.

 

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29 aprile
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Serata Capiente

di Paolo Bontempo

Oddio è stare male. È stare ad aspettare senza sapere, senza capire che le direzioni del vento cambiano di tanto in tanto, che i colori sono diversi dal tuo studio, che un restauro può distruggere, che il semaforo può sbagliare, che si può morire, cazzo.

Potrei cominciare a parlare della diegesi dell’essenza intrinseca, del non capire che arrampicarsi è scivoloso, che ti cruccia questo vivere apparentemente vuoto, questo sentire che non c’è niente, perché non cerchi niente, perché non vedi niente.

Buttati dal piano più alto del tuo palazzo, sprofonda nell’ancestrale spazio che ti apre il Correggio, Cristo Santo, non farti risucchiare dal non vuol dire.
Cosparsi di sentimenti,

siamo meno romantici,

di quanto

vorremmo essere.

 

31 dicembre
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Al largo

di Matteo Vitacca

Non posso
tu che prendi il largo
fiera e orgogliosa i remi
con paura mascherata manovrando
non guardare

vorrei
che il mare si fermasse
solo un istante
devo raggiungerti
almeno un istante

ma non appena
nell’acqua gelata
immergo un piede
subito per la paura
lo ritraggo

E solo la tua risata
da lontano mi giunge
e mi trapana e frastorna
la testa sì che sento
di dovermi tuffare.

Ma non so nuotare,
ho paura
e tu di aiutarmi
a salire hai forse
più paura di me.

Ci siamo scordati
di insegnarci a nuotare.

16 dicembre
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Niente canzoni d’amore per uno scrittore adolescente

Ho un amichetto che torna a casa e scrive anche se è tardi. Quindi pubblico quello che scrive, ogni tanto.

di Paolo Bontempo

Questa non è la solita prosa impostata del sabato sera, è solo una cosa fine a se stessa, fine allo stress, inutile come non mai, ma mai eccessivamente bella, protesa verso. Ho 15 anni adesso, e ho bisogno di spazi larghi, di vedute strette, di inquadrature nuove, più interessanti del tuo sguardo, più lontane dei tuoi occhi. Ho 16 anni adesso, ma non me ne capacito, solo sono un po’ più stronzo, disilluso e utopicamente spinto a capire, la bellezza della merda, il movimento delle tue pupille. Non ho niente adesso, o almeno così sembrerebbe da quanto non scrivo. Penso sempre a quanto innamorarsi sia bello. Tu, ad esempio, “Ti amo”, non dirmi che non mi ami, ho visto come mi guardi quando mi volti le spalle, come mi osservi quando dormi, come parli quando canti, come sono scemo ancora adesso. Eppure io credevo di volerti bene, poi mi sono chiesto “Ti amo?” e allora ho avuto paura di spaventarmi, timore di entrare in un vortice caldo di sensazioni controproducenti, di asfissie giovanili, di grida selvagge, di morti sicure. Amare è decidere in realtà, se non scegli rimani immobile a crucciarti per non esserti deciso a mandare affanculo qualcuno, di non essere riuscito almeno a convincerti del contrario di non sai bene che cosa.

Non ho niente neanche adesso, lo capisco dai suoi occhi. Lei mi amava mentre ti amavo, e ora che la amo non mi ama più, e poi dicono che la morte sia una brutta cosa se se ne abusa, se si smette di vivere per un attimo veloce, se cominci a solidificarti e a scioglierti di tutte le preoccupazioni. Ora devo cercare chi mi ama mentre la amo, me se non la amo come posso uscirne? Come posso pretendere di trovarti? Esci fuori, urla, grida, “è Dio che mi ha mandata”, allora ci sposeremo, ci stancheremo subito e poi avremo dei figli, dei nipoti, degli impegni, delle rotture di coglioni, dei film da vedere insieme. Scoprirò un giorno un posto in cui chiamarmi Domenico, in cui navigare sul male, in cui tuffarmi senza fretta.

Non ho niente neppure adesso che non so quanti anni ho. Dovrei dire che non ho niente neppure adesso, ma non me la sento. Sarà che ho una melodia che mi continua a girare in testa. Sarà che ho mal di testa da 17 anni. Sarà che dico troppe parolacce. Dovrei continuare a dire che non ho niente neppure adesso, ma non me la sento. L’istinto mi sta conducendo, e potrei aver detto cose a cui non credo, prima, e forse lo farò anche dopo. Dovrei continuare a dire che non ho niente neppure adesso. Però guardo fuori dalla finestra, per un attimo, e mi accorgo che la tapparella e abbassata, che la luce è spenta, che non è possibile.

26 luglio
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Dal bosco sul colle

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Inquieti

a prendere il sole

nel bosco,

dove osano le cicale.

Siamo grilli parlanti,

persi e raffazzonati

come i rami

appesi al cielo.

Per me è un miracolo,

per te non so.

di Pietro Raimondi

 
PICTU (37)

 

 

Crux Desperationis

Di giorni annoiati,

in una radura

ciclica.

 di Paolo Bontempo

PICTU (35)

 

Amico mio,

ci separa del filo spinato.

di Paolo Bontempo

 

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Però lo

leggi dopo

a casa

 

Fotocamera: Olympus OM10

Pellicola: Lomography CN400 35mm

Mozzo (BG)

03 giugno
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Obiettivo Alluminio.

Un mio amico, uno di quelli che non passa mezza giornata senza avere un’ideona di quelle che guarda esce una figata pazzesca, ha ben deciso di partecipare ad Obiettivo Alluminio 2013, un simpatico concorso indetto dal Consorzio CIAL (Consorzio Nazionale per il Riciclo dell’Alluminio), che lo farebbe andare dritto al Giffoni Film Festival.

Non ho ben capito né come, né perché, ma mi sono ritrovato a partecipare – più o meno – a questa ideona.

UnLuogoComune è quello con la chitarra che canta male e si trova magicamente in varie situazioni inutili.

 

 

A questo video ha lavorato tanta gente simpatica:

L’idea e la regia sono di Lorenzo Arrigoni.

La chitarra, in verità, non è stata affidata alle mie prodezze, ma al buon Marco De Lucia (il chitarrino ascellare degli ABWNN)

La fantascienza è ad opera del buon Michele “Mike” Rota, prestatore di case e grandi quantitativi di carta d’alluminio. (Che ovviamente abbiamo riciclato)

E poi c’è Paolo Bontempo, il belloccio che guida la bici e che si è scolato la birra per la causa. Ve lo ricorderete (?) per robe come questa, oppure questa.

 

Adesso però aiutateci. Andate a questo link facebook e piaceteci, ci aiuterete a vincere. Grazie mille!