Cicale
Questo odore,
nel secondo silenzio del sole
pensavo alle ragazze
in mezzo alle cicale.
Quella volta che le abbiamo ascoltate
insieme
adesso brucia sulla schiena,
come fosse soltanto bisogno
di avere addosso un nome
da sussurrare
tra il caldo e le cicale.
Come hai fatto a scavalcare
il legno
per andare tra i cespugli
a pisciare?
Avevo dieci anni,
davvero non riuscivo a capire
a quale immensità del cielo
dovessero andare a finire
i baci e le carezze che sognavo di dare.
Adesso che lavori e fai qualche soldo
e sorridi ai ragazzi
e li chiami amici,
quando guardi le stelle e le montagne
è in grado la tua mancanza
di abbracciare
il mio corpo minuscolo
sdraiato sulla sabbia del mare?
Ce ne andiamo in macchina lasciando la brasca nel vento fuori dal finestrino e le colline gialle d’estate prendono fuoco alle nostre spalle. Bruciano come le tue guance, come i tuoi occhi rossi quando pensi a chi lascia la vita e la casa e gli animali e tutte queste cose bruciano, bruciano nella campagna che mi da alla testa. E quindi ho di nuovo il cuore pieno e di nuovo non capisco il casino di esaurimenti sentimenti che mi trapassano il corpo, ma non sono loro a farmi pieno ora. Ora lo so.