Incontro
E fu il vuoto.
E fu il nulla.
E fu il pianto.
E il pianto alzò da sé lo sguardo,
e quando urlò, finalmente
il Grido esplose nel buio.
E fu luce.
E fu un altro.
E l’Altro ama,
ancora.
E fu il vuoto.
E fu il nulla.
E fu il pianto.
E il pianto alzò da sé lo sguardo,
e quando urlò, finalmente
il Grido esplose nel buio.
E fu luce.
E fu un altro.
E l’Altro ama,
ancora.
Mi lasci
un profumo non mio,
un sorriso non mio,
uno sguardo non mio
e mi accorgo
che la vita tutta non è mia,
e in questo vivo.
Fino al punto da non
essere mai
solo.
Vertiginosamente
vicini.
Distesa, a prendere il sole
e ad aspettare la pioggia.
Conoqui le tue strade la notte,
quando ti concedi ai viandanti
e agli innamorati –
adoperando la luce della luna –
ricordi l’Amore.
Malinconia di qualcosa
in grado di cambiare;
Luci di Rimini,
rumore di mare,
tra le automobili, flebile,
Sussurra: “t’amo”.
In questa Settimana Santa di piovigginante città semiprovinciale è impossbile non lasciarsi prendere dalla tanto amata malinconia. E guardando le gocce sul vetro e le nuvole che coprono Città Alta la canzone che continuo a suonare è Venerdi Santo di Guccini: ascoltiamola insieme.
Titolo: Venerdì Santo
Artista: Francesco Guccini
Album: Folk Beat N° 1
Questo il testo
Venerdì Santo, prima di sera, c’era l’odore di primavera;
Venerdì Santo, le chiese aperte mostrano in viola che Cristo è morto;
Venerdì Santo, piene d’incenso sono le vecchie strade del centro
o forse è polvere che in primavera sembra bruciare come la cera.Venerdì Santo, stanchi di gente, siamo in un buio fatto di niente
Venerdì Santo, anche l’amore sembra languore di penitenza
Venerdì Santo, muore il Signore, tu muori amore fra le mie braccia,
poi viene sera resta soltanto dolce un ricordo: Venerdì Santo…Venerdì Santo, prima di sera, c’era l’odore di primavera;
Venerdì Santo, le chiese aperte mostrano in viola che Cristo è morto;
Venerdì Santo, piene d’incenso sono le vecchie strade del centro
o forse è polvere che in primavera sembra bruciare come la cera.Venerdì Santo, stanchi di gente, siamo in un buio fatto di niente
Venerdì Santo, anche l’amore sembra languore di penitenza
Venerdì Santo, muore il Signore, tu muori amore fra le mie braccia,
poi viene sera resta soltanto dolce un ricordo: Venerdì Santo…
Ho visto Cristo parlarmi
nei tuoi occhi splendenti,
ho visto Cristo amarmi
in quei candidi momenti
di stelle e di fiori,
negli eterni istanti
d’immensi colori.
Ma in questo languore,
in questo grigiore
lo vedo, lo sento ancora
morire ucciso ora dopo ora.
Nei clochard che taciti soffrono,
nei muri che al nulla gridano,
nel tempo che sputo, ingrato e duro
nel pallido piovere lento venturo.
Non lo vdete?
Bianco e sofferente
trascinar la croce pesante
tra la Stazione e Porta Nuova
Aspettando che piova,
non vedete Dio
sudare amore?
Ed era solo un uomo,
ma lo sento morire.
Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso