Dicono, ridono,
nascono, muoiono,
sbagliano, divorziano.
Loro non meritano il salice.
S’arrabbiano, scherzano,
passano, comprano,
crollano, fumano.
Loro non meritano il salice.
Telefoni, auto, cani, camice,
cinture, urla, bastoni,
insulti, verdura,
auto dei carabinieri, tavoli,
bar, spazzatura, sacchetti.
Continuate a polemizzare,
ma il fatto è questo:
chi non ama,
non sta sotto il salice.
Capita a volte
d’incontrare una timida pianticella di lavanda.
E allora si sentono i ragazzi
correre verso il mare, saltando i muretti.
E allora si sentono le donne
ciarlare sotto i portici, spazzando per terra.
Si vedono gli alberi che teneri abbracciano te:
proprio te.
Ed è allora che, forse,
la città flebile,
fragile,
tira un respiro.
Da qui si vede
Milano.
La luce del Palazzo della Regione
arriva fino a qui.
Ma l’uomo?
Dov’è l’uomo?
Io le foglie non le conosco,
io non conosco il prato, o l’orto.
Non conosco nemmeno i lampioni,
non ho mai parlato alla ringhiera,
ma quando li guardo
sorridono
proprio come sorridi tu.
Cri cri cri cri
Cri
Ascolta.
Tra una macchina e l’altra
Meravigliano i grilli.
Un ragazzo in bicicletta,
fa scorrere le ruote
senza pedalare.
Buio, buio e
Una finestra accesa,
un tavolo vuoto,
una sedia di fuori
– qualche risata
Impaurita –
E una donna
Aspetta.
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