Un Luogo Comune

per non dare nulla per scontato

Archive for dicembre, 2011

25 dicembre
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Candido Natale

Alessandro

Le luci dell’albero di plastica si accendono a intermittenza. Alessandro saluta i parenti che se ne vanno. Zia Emilia, Zia Vittoria, Nonna Francesca, Nonno Giovanni, Nonna Emilia con dei baci sule guance, i nipotini vari, Marco, Marta, Maria con una carezza sulla testa – tranne per Marco, che si vergogna, è grande lui- e le cugine Simona e Natalie con degli abbracci. I parenti che vengono dalle Marche resteranno a dormire stanotte, ma adesso sono al cinema con Giorgia, la sua compagna. Alessandro è solo. Si guarda intorno, non ha voglia di sparecchiare il tavolo, non ha voglia di far la lavastoviglie, gli viene la nausea solamente a guardare gli avanzi dei tortelloni, è pienissimo: non cenerà nemmeno. È lì, sul divano, a far niente. Circondato dalle carte dei regali strappate, dai vassoi degli antipasti, dai bicchierini di aperitivi. Ma non è il disordine che lo inquieta. Sente di dover sistemare, ma non se ne cura. Sente che dovrebbe far qualcosa, ma è Natale. Deve consacrare a Babbo Natale anche quell’oretta di solitudine prima della sera, ma non sa nemmeno cosa voglia dire “consacrare”, così sta fermo, a far niente. Guarda fisso il Televisore spento. No, dannazione, ancora quello sconforto! Pensa ai regali per scacciarlo. Pensa alla sua nuova penna di Mont Blanc, farà un figurone al lavoro. Pensa al cesto di cibo preconfezionato, non è un dono originale, ma quel panettone sarà costato un occhio, è di classe! Pensa all’iPod Classic con un sacco di memoria, prova a rovistare i suoi gusti musicali, ma non arriverà mai a 160 gigabyte. Poi, di soppiatto, ecco ancora quell’inquietudine aleggiare tra i precedenti pensieri artificiali. Uffa, non gli resta che accendere la TV. Evvai con i film di Italia1 sullo “Spirito del Natale”, spera che il Grinch gli potrà infondere un po’ di tepore bambinesco, ma non fa che continuare a chiedersi in che cosa consista questo “Spirito del Natale” che risolve i problemi di Santa Claus. Sono le 20:49 e finalmente soccombe all’inquietudine. Sente scoppiare quella domanda di fondo dentro di sé. Si alza, esce, vorrebbe strappare le lucette dal terrazzo, vorrebbe sparare ai babbi sulle finestre. Ma sente la macchina di Giorgia arrivare. Natale è stare con la famiglia, ecco! La solitudine rimase sola, se ne andò da quella casa e Alessandro visse per sempre felice e incosciente.

Anna

Fa un freddo boia. Fa davvero freddo, cazzo. Anna guarda le luci che si accendono in centro appoggiata contro il muro. Odia il Natale, non serve a niente, se non a vendere roba e oltretutto le chiudono anche i posti per mangiare. Ha fame e freddo, per colpa del Natale. Non ha nessun posto dove andare, quindi subisce il sopruso festivo in Centro, zona Stazione, l’unico posto in cui sa arrivare. E adesso, dove sono tutti? Ha ancora della roba da dar via prima della fine dell’anno, ma nessuno compra. Nessuno compra con quel freddo suino: saranno nelle loro case borghesi di ‘sta minchia. Ma la sua casa è lì, fuori dalla Stazione, anche a Natale, anche se fa freddo. Ha le labbra screpolate e se le lecca per alleviare il dolore, ma appena si asciuga la saliva queste si seccano di più e si solcano, facendo uscire del sangue. Ci mancava questa. Non sa cosa fare, è lì per far presenza, è lì per far presidio, è lì per protesta? Perché diavolo è lì? Non ci vuole pensare e si accende una sigaretta, sollievo momentaneo di tepore. Dopo due boccate la sigaretta è già sporca del sangue delle labbra. Sente in lontananza delle campane che suonano per la messa, sputa in terra per automatismo. Una bestemmia, un’altra bestemmia, ma la verità è che sta male. Sta tremendamente male e non ne può più di stare lì. Non le basta più una sigaretta, della roba da vendere e una ciccata per terra. Non le basta più niente. Si accorge che è appena finita la messa alla chiesa della Grazie. Istintivamente decide di intrufolarsi tra la gente e nascondersi in chiesa, fa veramente troppo freddo, normalmente brucerebbe quell’edificio che non paga l’ICI, ma se la può scaldare anche solo per una notte ben venga. Un’ultima bestemmia ed è dentro. In realtà fa freddo anche lì, un po’ meno però. Si getta silenziosamente ai cerini accesi e ci mette sopra le mani violacee: che sollievo, si sarebbe gelato anche il sangue se arrivava un po’ dopo. Guarda sopra ai cerini e vede la Madonna in un affresco, sopra la scritta “Tota pulchra est Maria”. Anna piange, all’improvviso: non ne può veramente più, allora comincia a parlare con la Madonna, tanto non la vede nessuno: “Eccomi, guardami, non ti faccio schifo? Perché io mi faccio schifo, faccio veramente cagare. Sono sporca, testarda, non sai quante minchiate ho fatto, non sai quanto spesso le ho ripetute, apposta, per il gusto di sbagliare ed eccomi qui. Ridotta a una sottospecie di essere umano, piegata su dei cerini per scaldarmi, a parlare con un affresco. Ma per te è facile, no? Tu sei lì, seduta sulla tua bella nuvoletta con le mani alzate, il velo azzurro e gli occhi strafatti, io invece sono nella merda. E non so cosa fare. Non so chi sono. Non so nulla.” Pianti, lacrime. Era tanto che non piangeva, ne aveva bisogno. Poi, da dietro un bancone compare un pretino, la guarda: ha sentito tutto. Va da lei, la abbraccia senza dire niente, si mette a piangere anche lui. Anna è spaventata e confusa. Il prete la guarda negli occhi e le accende il riscaldamento, può dormire lì stanotte. Prima di vederlo uscire Anna dice ad alta voce, facendo rimbombare le parole lentamente nella chiesa: “Eccomi, sono la serva del Signore“.

 

11 dicembre
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Quotidianamente *In Centro

07 dicembre
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Quotidinamente* Naturalisticamente cittadino

Vi propongo oggi delle foto scattate girando per il quartiere, è bello notare alcuni piccoli dettagli di bella natura in un contesto che sembra soffocarla, la città. “Buona visione”! 😉

05 dicembre
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Quotidianamente

Ho deciso di cominciare a pubblicare con un indeterminata frequenza fotografie che descrivano situazioni personali, esperienze e tutto quello che a parole è un casino spiegarlo. Colgo l’occasione anche per ringraziare chiunque stia leggendo questo articolo, perché stai dando senso a quello che scrivo e che fotografo, grazie 😉


 Foto scattate questo pomeriggio sui marciapiedi qua e là.