Un Luogo Comune

per non dare nulla per scontato

Archive for settembre, 2011

16 settembre
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Il paese è in agonia e lentamente muore ogni umanità.

“Che l’Italia va a picco l’hanno capito tutti, perciò bisogna preparare qualcosa di alternativo: la Padania”. Lo afferma il leader della Lega Umberto Bossi. “Abbiamo visto quel che é accaduto al giro della Padania ma certi passi vanno fatti in favore della storia, quando la storia lo permette, altrimenti c’é il caos e si crea una guerra inaccettabile. Sapevamo che sarebbe finita male” aggiunge Bossi dopo che i militanti hanno urlato ‘secessione, secessione’. Queste le testuali parole del sito Ansa.it. Solo notizie, ma che colpo pesante quando le ho lette. Mettono davanti a una realtà, una realtà che incombe sulle nostre teste, la reale crisi del paese. Il rischio di qualche conseguenza “seria”, ad esempio il famoso “crack” dell’Italia; notizie che spaventano, ma che sono più vicine che mai, anche se non sembra. Non basta una Pseudo-manovra (“Pseudo” è usata nel senso concreto della parola, dall’omofona greca “falso”) economica del governo, c’è bisogno di sacrifici, sacrifici di ogni singola persona. Ultimamente si sente spesso gente protestare “tagliamo gli sprechi” (che mi chiedo come siano rintracciabili, essendo la maggior parte nel “sottobosco” economico) a cui risponderei “parti dai tuoi sprechi”; “facciamo pagare l’ICI alla Chiesa” (e quindi a tutte le organizzazioni no-profit d’Italia) a cui ribatterei volentieri “comincia a vedere quello che puoi fare tu per il tuo paese”. Ma i problemi non partono solo dal “basso” : mi chiedo dove siano tutti i ricchi imprenditori, tutti i “signori Ladri”, tutti i potenti abbienti, mi chiedo dove sia la loro umanità, di fronte a un paese in profonda crisi, non sentono la necessità di aiutarlo, non sentono la necessità di rinunciare, parafrasando Gaber,  “a un castello di trentasei che loro ne hanno”?

In questa drammatica situazione non manca chi, come l buon Bossi, invece di rimboccarsi le maniche e invitare i suoi fautori a fare altrettanto, fugge in una proposta meschina, egoista, spietata e indifferente: via l’italia, via la crisi. La crisi, sì, che dobbiamo ricordare, essere, prima che economica, personale, sociale, umana.

Arrivederci, “venticinque lettori” (che sono anche tanti)

07 settembre
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Lubecca

È un giorno piovoso, ormai da ore viene giù a singhiozzi di un quarto d’ora ciascuno. Sono dietro alla finestra di un albergo trovato dopo tre mezz’ore di vagabondaggio automobilistico. Oltre il terrazzo c’è un pasticcio architettonico. Un palazzo di almeno trenta metri (non sono mai stato bravo con le stime) giallo panna, azzurro acqua e grigio chiaro, il tutto rigorosamente incasellato in una rete di mattoni e cornicioni rettangolari. Innegabilmente stona con il cielo grigio e malinconico della città del nord. È difficile da percepire, ma le nuvole più vicine si muovono, sullo sfondo delle gigantesche masse di vapore retrostanti, questo provoca un grigino diffuso: nemmeno una ferita di azzurro. In lontananza altri palazzi-anni’90 come quello precedentemente descritto, ma di colori diversi, ricordano gli stili preimpostati per il layout delle diapositive nelle vecchie edizioni di PowerPoint, quelle con tante opzioni, tutte uguali, cambiava solo la combinazione di colori che si poteva intuire da tre quadratini che indicavano le principali tonalità. Così è quest’angolo di Lubecca, inutilmente complicato e poco fantasioso, ma articolato e a suo modo, creativo.

Nella “straße” qua sotto qualcuno va troppo di fretta, qualcuno con troppa calma, qualcuno se ne frega, qualcuno va al lavoro, qualcuno torna a casa, qualcuno va in centro, qualcuno va in chiesa, ma in realtà nessuno arriverà d qualche parte.

Mio fratello gioca con le carte dei personaggi del penultimo fil Disney, crea nuove avventure. Io faccio la stessa cosa, ma uso la le macchine che sfrecciano a velocità disumane (sembrerà strano ma cinquanta all’ora è disumano) e i loro conducenti, le loro vite.

Una sirena, pioggia e il solito rumore di traffico.

“Ed osservo passare il mondo in chiave estetica (…) se questo non ha senso guardo voi, le vostre vite. Mi chiedo “la bellezza che cos’è?”, ma resto qui con un bouquet di viole che non gradirai.”

F. Bianconi (Baustelle) – Bouquet